Il racconto del progetto dell’Orto Botanico di Padova
Il progetto dell’Orto Botanico di Padova. Il racconto di una “sfida” di successo
Visto su “Il Mattino di Padova”. Un drone “visita” l’Orto delle Diversità
Il progetto dell’Orto Botanico di Padova
IL LUOGO.
Siamo a Padova nel cuore della regione Veneto con capoluogo Venezia ovvero anche storicamente la “Venice area”. Siamo nella terraferma appena più a ovest dei territori della repubblica di Venezia, dove nel 1222, a Padova, nacque una delle prime università al mondo e nel 1399 iniziò lo studio scientifico della medicina. (http://www.dpg.unipd.it/content/dipartimento/storia).
IL BANDO DI CONCORSO
Nel 2005 l’Università di Padova pubblica il bando di Concorso internazionale per il Restauro e l’ampliamento dell’Orto Botanico.
Il team di progettazione richiesto dal bando era molto complesso.
Si formò. Con VS.associati srl capogruppo (Tosin-Strappazzon-Volpato) per il progetto urbano complessivo e il restauro, StantonWilliams LTD già progettisti delle nuove serre per i Kew Gardens per la progettazione architettonica delle nuove serre. Sint Ingegneria-impianti; Simoncello Associati-strutture, Studio Ronco geologia; dott. Tuzzato archeologia Dott.ssa Malvini ricerca storica e due specialiste in botanica Prof.sse Speranza e prof.ssa Rossi dell’Università di Bologna.
IL CONCORSO INTERNAZIONALE: una prestigiosa vittoria.
Il progetto dell’Orto Botanico di Padova
- Un progetto con un impianto urbano “misurato”, di valorizzazione e rispetto del tessuto esistente e della storia. L’interpretazione urbana e la rappresentazione architettonica, nonché le scelte per restauro del vecchio Hortus Cintus e delle serre ottocentesche.
- L’idea del racconto della biodiversità con i cinque principali biotipi della flora e la sua interpretazione architettonica.
- L’architettura che non è auto-rappresentativa ma rappresenta l’idea.
- La Committenza che ha indetto e condotto un concorso il cui risultato era realizzare il progetto.
L’ IDEA : i cinque biotipi del progetto dell’Orto Botanico di Padova
La raccolta e la visione didattica dei principali biotipi che compongono la terra ovvero la collezione per paralleli geografici, dall’equatore al polo, delle principali strutture vegetali che la compongono.
I TEMI
La geografia e la distanza. Dall’equatore al polo
La temperatura. Dal caldo al freddo
La dimensione spaziale. Dalla vastità di estensione e altezza delle specie vs. caratteristiche contrarie;
La luce: tanta luminosità vs scarsa luminosità
http://www.ortobotanico.unipd.it
L’HORTUS CINTUS.
Il nucleo da cui nasce e si sviluppa il sito dell’Orto Botanico di proprietà dell’Università di Padova e tutelato dall’Unesco è l’Hortus Cintus. Fu allestito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei “semplici”, cioè di quei medicamenti che provenivano direttamente dalla natura. L’Orto era “in campagna” in zona periferica e per la rarità dei vegetali contenuti e per il prezzo dei medicamenti da essi ricavati, era oggetto di continui furti notturni, nonostante le gravi pene previste per chi avesse arrecato danni (multe, carcere ed esilio). Venne quindi ben presto costruito un muro di recinzione circolare (da cui anche i nomi di hortus sphaericus, hortus cinctus e hortus conclusus).
https://www.sandratosin.it/new/nuovo-polo-musea…-botanica-padova/
Successivamente fu abbellito con statue e vasche d’acqua ( il sito è ricco di acqua di risorgiva) anch’esse restaurate durante la campagna di lavori negli anni 2005/2014.
LE SERRE OTTOCENTESCHE.
Nell’800 furono aggiunte le Serre Ottocentesche per il ricovero delle piante esotiche. Il progetto di restauro mette in risalto il ciclo virtuoso, che oggi chiameremmo bio-ecologico, con cui l’orto veniva curato. Il ciclo ha suggerito l’idea architettonica che sta alla base del progetto di restauro delle stesse.
Le vecchie serre sono una triade di grandi stanze collegate da porte centrali decorate da marmi. La facciata prospiciente il giardino è dotata di grandissime vetrate apribili per l’arieggiamento delle serre. La muratura di spina delle tre stanze,a nord, divide le serre da un unico lunghissimo e relativamente stretto vano secondario su due livelli. Ognuna delle tre stanze è dotata, a livello del pavimento, di bocchette che convogliano l’aria calda di tre camini, alimentati con gli scarti arborei della manutenzione del giardino, collocati sul livello più basso del vano secondario posto alle spalle delle serre che fungeva anche da “cassone di raccolta” degli scarti arborei pronti da bruciare.
https://www.sandratosin.it/new/restauro-serre-ottocentesche-orto-botanico-di-padova/
La RAPPRESENTAZIONE ARCHITETTONICA.
Il progetto architettonico delle nuove serre e’ la rappresentazione dell’idea dell’uomo che si sofferma ad ammirare la diversità del creato e ne concepisce un criterio di osservazione, e di conservazione, dal più esteso e lussureggiante al più nascosto e stupefacente e viceversa.
Ricordate il telescopio di Galileo Galilei che inventò a Padova quando insegnava presso l’università? L’architettura si configura come un telescopio che si allunga dal biotipo più grande all’ultimo dei biotipi, piccolo e contenuto, (e alla fine della visita, quando vi girate, dal più piccolo al più grande). Le caratteristiche che differenziano i biotipi sono state interpretate secondo moduli spaziali che, per volume, ampiezza, calore e luminosità, vanno dal + al – o dal – al +.
Era virtualmente possibile pensare ai volumi architettonici come moduli rappresentanti dei biotipi. I volumi, in sequenza progressiva, si collegano come i vagoni di un treno la cui separazione è costituita da diaframmi con aperture che devono essere agite dal visitatore che garantiscono un biotipo all’interno del suo specifico habitat ( temperatura, luminosità, umidità, ecc.). Dal più grande (con necessità di altezze considerevoli) al più piccolo (e basso). Inclinando architettonicamente il tetto, per ovvie questioni tecniche di scorrimento del’acqua, e la facciata principale, l’effetto finale è un parallelepipedo a cuneo.
Ovvero la rappresentazione di un cannocchiale…come se con un cannocchiale un individuo dall’equatore guardasse al polo o viceversa.
L’architettura interpreta, in modo non auto-rappresentativo, con l’edilizia e l’allestimento l’IDEA che soggiace all’intera operazione del nuovo museo vivente della botanica.
ARCHITETTURA e INNOVAZIONE. I materiali innovativi.
Un progetto con una tale visione non poteva che utilizzare i nuovi prodotti frutto della ricerca.La copertura è realizzata in EFTE-Etilene tetrafluoroetilene copolimero con cuscini pneumatici
Il materiale fu originariamente progettato per avere un’alta resistenza alla corrosione all’interno di un vasto range di temperature. Confrontandolo al vetro, l’ETFE pesa circa l’1%, trasmette più luce ed è pure resiliente, auto-pulente (merito dell’inattaccabilità dalla maggior parte degli agenti chimici)ericiclabile.
Un esempio applicativo è come materiale costituente i pannelli pneumatici che ricoprono imponenti impianti sportivi, come l’Allianz Arena o il Beijing National Aquatics Centre – la più grande struttura al mondo ad impiegare film in ETFE, nota anche come “Water Cube”.
I nomi commerciali più conosciuti per l’ETFE sono Tefzel® di Dupont, Fluon® di Asahi Glass Company e Neoflon® ETFE di Daikin.
Pitture ed intonaci :
Vista la grande quantità di umidità presente negli ambienti per gli intonaci esterni ed interni sono stati utilizzati un materiali speciali brevettati con un principio attivo fotocatalitico per materiali cementizi. Questi sono in grado di abbattere gli inquinanti organici e inorganici presenti nell’aria e conservano nel tempo la qualità estetica dei manufatti.
Per i fissaggi strutturali Fischer per le pareti in vetro visita
https://www.fissaggistrutturali.it/nuovo-orto-botanico-di-padova/
Per le pavimentazioni all’interno delle nuove serre visita
https://www.idealwork.it/progetti/orto-botanico-universitario-di-padova